Un prototipo dall’inutile e lunga gestazione.
Intorno alla metà degli Anni ‘50 il gruppo Standard-Triumph era alle prese con la progettazione di un’erede per la piccola (e sfortunata) Standard Eight. Si decise di puntare tutto sul marchio Triumph accanto quello Standard. La nuova utilitaria doveva essere tradizionale, elegante, ben rifinita e affidabile. Nacque così la Herald, che rimase in produzione dal 1959 al 1971. Per contenere il prezzo si decise per un telaio separato dalla carrozzeria, 4 freni a tamburo, trazione posteriore e motore a 4 cilindri in linea con asse a camme laterale, proveniente dalla Standard Eight. Il cambio era a marce sincronizzate tranne la prima, lo sterzo era a cremagliera e le sospensioni indipendenti.
La linea a tre volumi e a 2 porte era opera di Giovanni Michelotti. Sebbene le prestazioni non fossero entusiasmanti (il motore di 948 cc sviluppava solo 39 CV) la Herald ebbe un discreto successo anche in Europa, al punto che i vertici dell’azienda pensarono a un’evoluzione del modello con altre versioni, come la Coupé e la Convertible.
Nel 1960 venne realizzato anche un prototipo della Herald berlina a 4 porte denominato in codice X696. Questo prototipo sparì dalla scena fino al 1977, quando comparve in un evento del Triumph Sports Six Club come Triumph Herald 1200, per poi sparire di nuovo fino al 2007 quando fu acquistato dal museo del club.
La Herald 4 porte non ebbe uno sviluppo sul mercato britannico, soprattutto perché i vertici dell’azienda si erano resi conto che sul mercato c’erano auto dallo stile e dalle linee molto più moderne. In un certo senso, si può pensare a un’occasione perduta…
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