Quando l’Alfa produceva la Renault R4

Una storia breve ma intensa…

Alla fine degli Anni 50 la Renault guardava con particolare interesse al mercato italiano. Alcuni suoi prodotti, come la Dauphine e la successiva Ondine, con 4 porte e 4 comodi posti, erano giudicati ideali per la classe media della Penisola. Ma le tassazioni che colpivano le auto di importazione erano un grosso limite. A questo punto entra in gioco l’Alfa Romeo che punta a un modello più economico della Giulietta, ma non può produrla da sola.

Cascano a fagiolo gli stabilimenti del Portello (dove saranno prodotte su licenza Dauphine e Ondine, marchiate Alfa Romeo) e di Pomigliano d’Arco, dove per un triennio, giusto 50 anni fa, dal 1962 al 1964, vedono la luce le Renault R4 e R4L che saranno vendute dalla rete del “Biscione” visconteo, simbolo delle Alfa dell’epoca.

Le due vetture prodotte dall’Alfa Romeo sono più rifinite rispetto alle gemelle francesi. Hanno luci di direzione e posizione diverse, specchietto retrovisore interno di forma rettangolare anziché triangolare e finestrini laterali posteriori apribili a compasso. E hanno un motore più grande: 845 cc invece dei 747 cc delle sorelle francesi. La Renault R4 “made by Alfa” piace e si vende piuttosto bene. Tutto insomma sembra andare per il verso giusto tra Alfa e Renault. Poiché c’erano poche differenze, le Renault R4 e R4L in stile italiano mantengono il logo originale invece di sostituirlo con quello Alfa Romeo come era accaduto con Dauphine e Ondine.

Ma qualcuno, ovviamente, non rimane alla finestra e, facendo pressione sul Governo, chiede ed ottiene di modificare il sistema delle tasse automobilistiche: dall’inizio degli Anni ‘60 la tassa di circolazione non sarebbe stata più calcolata sulla cilindrata del motore, ma sulla lunghezza della carrozzeria. Guarda caso, la Fiat 850 nata in quel periodo è più corta di 9 centimetri rispetto alla Renault R4.

E’ un colpo mortale per le ambizioni delle Renault R4 “made in Italy” il cui ultimo esemplare prodotto a Pomigliano esce dalle linee di montaggio nel 1964. Andrà meglio alla Mini prodotta dalla Innocenti su licenza a Lambrate: ma questa è un’altra storia…