30 anni di Dolce Micra

Una super-esclusiva Micra made in Italy.

Ha quasi 30 anni La dolce Micra, super-esclusiva versione realizzata da Nissan Italia della seconda generazione (K11) della piccola della Casa giapponese, eletta Auto dell’Anno 1993. Si racconta che Giuliano Musumeci ed Alessandro Cacciotti, all’epoca dirigenti della filiale italiana, fossero rimasti colpiti dalla Nissan Figaro, presentata nel 1989 al Salone di Tokyo e costruita dalla casa madre in pochi esemplari, tutti venduti prima di essere messi in produzione, anche ad alcuni personaggi famosi come. il calciatore belga Thomas Vermaelen, il chitarrista Eric Clapton, il musicista Cassius Khan, la principessa Eugenia di York.
Per un ristretto numero di appassionati fu realizzata una serie di una cinquantina di esemplari de La dolce Micra (il nome richiamava volutamente alla mente la dolce vita romana degli Anni ’60) con carrozzeria bicolore che all’epoca rappresentava il massimo in materia di personalizzazione, quasi come un abito di sartoria cucito su misura, nelle seguenti tinte pastello: Cream/Ecological Green, Cream/Light Blue, Cream/Grayishe Purple, Cream/Beige.

Lo speciale allestimento comprendeva anche ruote in lamiera stampata in stile retrò con le stesse tinte bicolore del corpo vettura e borchie di colore argento,

plancia centrale in radica, volante con corona in legno di mogano e strumentazione a fondo bianco. La selleria in pelle o in alcantara riprendeva il bicolore esterno della vettura.

L’idea era quella di cavalcare quelle che all’inizio degli Anni ’90 erano le aspettative della clientela italiana. Le ricerche di mercato avevano rivelato tra le altre cose  che l’accessorio più richiesto dalle donne era il servosterzo. Costruita nello stabilimento Nissan di Sunderland. In Gran Bretagna, tutte le unità prodotte furono equipaggiate con questo accessorio di serie che fu soltanto uno degli elementi che fece della Micra un grande successo sul mercato italiano. Anche la strategia di comunicazione fu innovativa realizzata con cartoni animati dove la macchina appariva poco.