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Targa digitale: complementi d’innovazione

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La targa dell’auto è pronta per rifarsi il look. E’ ora disponibile un make up digitale capace di inserirla di diritto nel nuovo flusso tecnologico che sta investendo l’auto.

Un complemento d’innovazione, intelligente ed elegante. Una tecnologia che potrebbe imporsi tra gli automobilisti anche come una scelta di tendenza. L’idea di una usare una targa digitale parte negli Stati Uniti nel 2009 e viene chiamata Rplate.

C’è voluto tempo perché cominciasse a prendere piede, vuoi per la diffidenza dei clienti, vuoi per la necessità di  risolvere alcuni problemi burocratici nei vari stati. Le targhe digitali hanno un costo-extra, però possono anche fare molto di più che prendere lettere e numeri della vecchia targa e trasformarli in pixel su uno schermo digitale, simile a un “ebook reader” come Kindle. Rendendo la targa uno schermo digitale si dispone di un terminale aggiuntivo, gestibile con una app specifica, che apre così il campo ad una più ampia integrazione con la piattaforma informatica dell’auto e degli altri big-data.

Lo schermo consente di veicolare messaggi personali o di utilità, come ad esempio “sono stata rubata” nel momento in cui l’auto viene violata o viene rilevato un tentativo di distacco della stessa. Dispone inoltre di altre modalità di uso quali: geolocalizzazione con “trova la mia auto”, il controllo dell’uso della vettura data in uso ad altri, fissando un limite al raggio d’azione, superato il quale viene informato il proprietario del mezzo. Consente di avere assistenza stradale immediata in caso di emergenza, pagare i pedaggi autostradali, ricevere informazioni su eventuali richiami e scadenze della manutenzione e facilitare tutte le operazioni burocratico amministrative con gli uffici pubblici preposti al controllo della motorizzazione, tramite operazioni gestibili online tramite app.

Se vogliamo, possiamo anche andare oltre. Possiamo ad esempio immaginare la targa completamente inserita a filo, annegata nella carrozzeria, per la gioia degli stilisti che così non vedrebbero più la purezza delle loro linee turbata da una macchia metallica alfa-numerica. Di uno sbarco in Europa ed in Italia non si sa ancora nulla, ma c’è da pensare che potrebbe non essere poi così lontano.

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