Scomparso De Mita: chi si ricorda della IATO?

Un piccolo fuoristrada che doveva nascere a Nusco.

La scomparsa di Ciriaco De Mita, ex-presidente del Consiglio e uomo-chiave nella DC degli Anni ‘80, rievoca il piccolo fuoristrada IATO, progettato in Toscana per fare concorrenza alla Suzuki SJ. Aveva componenti prodotte dalla OTO Melara e poteva essere una soluzione per sostituire le obsolete Fiat Campagnola delle nostre Forze Armate.

Fondata dal fotografo Francesco Cavallini nel 1985 a Pontedera (Pisa), la IATO doveva produrre un fuoristrada con telaio in acciaio, carrozzeria in vetroresina e motori Fiat (1.6 e 2,0 litri a benzina e 1900 Turbodiesel). Partner dell’operazione furono la Finmotor (gruppo Piaggio) e Metalli e Derivati (gruppo Finmetal), mentre la società potè usufruire dei fondi governativi stanziati per le zone terremotate. Per ottenere il finanziamento pubblico fu individuato come sede produttiva un capannone ex -Vecam nella zona terremotata irpina di Nusco, in provincia di Avellino, la città di Ciriaco De Mita (suo fratello Michele era azionista della società).

La vettura nasce nel 1990, come detto, con meccanica Fiat e motori della Croma, trazione integrale OTO Trasm e altre componenti della Sto Breda Sud. La carrozzeria è opera della bulgara Passat. Lunga 406 cm, aveva la trazione posteriore (l’anteriore è inseribile), cambio a 5 marce, differenziale posteriore autobloccante a slittamento controllato, mozzi anteriori a ruota libera, sospensioni a ponte rigido con balestre longitudinali, condizionatore e servosterzo di serie.

I costi di produzione elevati avevano causato prezzi di listino troppo alti rispetto alla concorrenza per cui della IATO furono prodotti soltanto poco meno di 200 esemplari di preserie in uno stabilimento in Piemonte.