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Nessuna auto è al sicuro contro gli hacker!

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Contro la squadra di hacker, la povera auto non aveva alcuna possibilità!

Scrupolosamente gli hacker hanno dimostrato che, dato il tempo, sarebbero stati in grado entrare nel computer dell’auto e avviare i tergicristalli, azionare i freni e persino spegnere il motore. Le loro intenzioni non erano dannose. Questi hacker hanno lavorato per conto delle forze armate statunitensi, che insieme all’industria automobilistica sta trovando il modo per fortificare le difese informatiche di auto disponibili in commercio prima che criminali e terroristi facciano altrettanto.

Chris Valasek ha rivelato che l’anno scorso, insieme ad un suo compagno, era stato in grado di controllare una Toyota Prius 2010 e 2010 Ford Fuga collegandosi ad una porta utilizzata dai meccanici. In questi giorni, quando Valasek non è impeganto nel suo lavoro presso una ditta di sicurezza informatica, ha visto come la connessione Bluetooth potrebbe offrire un punto di ingresso alternativo all’auto.

“Prima, quando disegnavi qualcosa, guardavi
a come i componenti potevano non funzionare,” ha dichiarato Michael
Cammisa, direttore della sicurezza per l’Associazione Globale Marche
Auto, mentre “Ora, si deve guardare a come qualcuno potrebbe attaccare
la vettura.”

Le case automobilistiche stanno scommettendo pesantemente che i consumatori non vorranno solo le mappe e le playlist musicali su un auto, ma anche film e app a cui per esempio poter dettare e inviare una email. Il governo degli Stati Uniti vorrebbe obbligare le auto a scambiarsi messaggi elettronici di avviso sui pericoli della strada. In tutto questo gli hacker vedono un opportunità.

In un progetto finanziato dal Dipartimento della Difesa americana, su un modello di test di auto americana, supervisionato da scienziato informatico Kathleen Fisher, gli hacker hanno dimostrato che potrebbero creare l’equivalente elettronico di una chiave di accesso per sbloccare le reti informatiche della vettura. Ciò può richiedere mesi, ha detto Fisher, ma poi sarebbe abbastanza facile rendere disponibile tutta la documentazione online, in una situazione di mercato nero.

L’obiettivo del progetto è di ridurre le vulnerabilità riprogettando le parti più critiche dei computer che controllano la macchina in un modo da renderli incaccessibili ad alcune delle principali minacce note. Il codice sorgente del modello di test sarà distribuito alle case automobilistiche, che potrebbero adattare i relativi software sulla base di questo modello. Ma per tutto questo ci vorrà ancora qualche anno.

L’industria automobilistica partecipa – e non aspetta!

Una delle maggiori associazioni di marche, che rappresenta anche Honda e Toyota, sta creando un centro di analisi per la raccolta di informazioni prendendo spunto dagli sforzi che le grandi banche hanno fatto per contrastare gli attacchi informatici.

La cosiddetta Auto-ISAC permetterà alle aziende atuomobilistiche di valutare la credibilità delle minacce e, nel caso, avvertire le altre in modo da poter testare la stessa minaccia sui propri sistemi.

In sostanza, al giorno d’oggi, nessuno può stare al sicuro all’interno della propria auto!

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