Introduzione alla 250 GTO

La 250 GT Sperimentale 2643 in un disegno di Pinuccio Derba.

C’è una Ferrari è senza nome. E’ un prototipo, costruito in un solo esemplare, chiamato dagli esperti 2643 GT (2643 è il numero impresso sul telaio). Fu costruita nel 1960 sul telaio della 250 GT SWB (passo corto) con motore V12 derivato dalla Testa Rossa. La carrozzeria, interamente in alluminio, fu progettata e costruita a mano da Pininfarina.

La vettura è rappesentata in un opera di Pinuccio Derba che la ritrae all’ingresso della fabbrica Ferrari, così come appariva all’epoca. La struttura è stata riprodotta seguendo varie foto ed una cartolina messa a disposizione da Renzo Beltrami, commissario tecnico Ferrari, mancato un paio di anni fa, amico di Derba.

I tre personaggi ritratti sono, partendo da sinistra Enzo Ferrari, Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, allora giovanissimo, che fu l’autore del progetto nato per studiare la futura e famosissima 250 GTO. In disparte, nelle vesti di meccanico, è ritratto l’autore del disegno.

La SWB, durante tutto il suo ciclo di vita, evidenzia problemi aerodinamici che limitano la velocità massima. Alla 24 Ore di Le Mans del 10-11 Giugno 1961, Ferrari schierava un prototipo sviluppato con uno studio accurato che permetteva di ottenere un peso molto inferiore a 1.000 kg. Il telaio tubolare in acciaio integrava elementi al cromo, la carrozzeria (disegno e produzione Pininfarina) anticipava i contenuti della Superamerica. Il motore 3.000-V12 sviluppa circa 300 CV.

Durante 24 Ore però questa versione sperimentale della SWB, verniciata in blu con fascia rossa, denunciò problemi di stabilità e dovette ritirarsi per noie al motore. Successivamente dotata di uno spoiler posteriore ebbe una discreta carriera fino a metà Anni ’60.

Oggi è conosciuta nel mondo come il prototipo della 250 GTO.