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I due “misteri” di De Tomaso e di Abarth

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La doppia vita della Fiat X1/9.

La Fiat X1/9, presentata mezzo secolo fa in Sicilia, a Dicembre 1972, derivava da una concept car di Bertone, la Autobianchi A112 Runabout, presentata nel 1969: una “barchetta” a 2 posti secchi con motore posteriore e con un vistoso rollbar. Fu un modello di successo che sarebbe rimasto in produzione fino al 1989, ma sulla sua storia pesano come macigni due ingombranti “misteri”: un prototipo “rubato” esposto da De Tomaso al Salone di Torino 1971 e la X1/9 Abarth del 1974, rimasta un prototipo realizzato in pochi esemplari per le corse quando ormai tutto era pronto per produrla in piccola serie.

Nel 1971 fu Gianni Agnelli, durante una visita agli impianti di Bertone a Grugliasco, a notare l’evoluzione Targa con tetto asportabile del prototipo Runabout. La ritenne adatta a sostituire nella gamma Fiat l’ormai obsoleta 850 Spider (prodotta anch’essa da Bertone) e il prototipo ricondizionato fu inviato a Torino per il progetto di industrializzazione della futura X1/9.

Per non interferire col regolare funzionamento delle linee produttive interne, alla Bertone commisero però l’errore di affidare il prototipo da riverniciare e ricondizionare a una carrozzeria artigianale esterna. La cosa fu scoperta da Alejandro de Tomaso, il vulcanico costruttore argentino trapiantatosi come costruttore nel modenese. Non gli parve vero di trarre vantaggio dalla situazione, sfruttando la “guerra” commerciale esistente all’epoca tra Fiat e Ford per la supremazia del mercato auto europeo (De Tomaso con la sua granturismo Pantera a quell’epoca era già in ottimi rapporti con la Ford).

De Tomaso incaricò il designer Tom Tjaarda di “copiare” la futura Fiat X1/9, eseguendo un figurino che la Ghia trasformò in prototipo con meccanica della De Tomaso Vallelunga.

La “copia” (oggi si direbbe il clone) di Tjaarda e di De Tomaso fu esposta al Salone di Torino del 1971, “bruciando” l’effetto sorpresa legato al lancio della X1/9, previsto nei mesi successivi. Apriti cielo! Dopo il disappunto iniziale di Bertone e della Fiat, la cosa finì lì senza strascichi giudiziari. Per provocare qualche reazione Ford acquistò il prototipo della De Tomaso con il dichiarato intento di metterla in produzione, anche se poi non se ne fece nulla.

Sia come sia, il 22 Dicembre 1972 Fiat presentò ufficialmente alla stampa la X1/9 in Sicilia, nel Parco delle Madonie, sul percorso della Targa Florio. In quel periodo fu presentata sul Passo della Cisa, posto fra l’Appennino ligure e quello tosco-emiliano anche la Fiat 124 Abarth Rally.

La piccola X1/9, unica auto nella storia della Fiat a motore centrale, fu subito un successo sia in Europa che negli USA, grazie anche alla praticità del tetto asportabile che poteva essere sistemato in uno dei due vani bagagli di cui disponeva la vettura.

L’altro “mistero” legato alle vicende di questo modello riguarda la versione Abarth. All’inizio degli Anni ’70 Gino Macaluso, copilota all’interno del reparto corse Fiat, fu incaricato dal “Gruppo” di seguire lo sviluppo di una versione Abarth della X1/9. Progettata nel 1974 per correre in quelle gare in cui erano ammessi i prototipi Gruppo 5, era equipaggiata con il motore della Fiat 124 Abarth Rally da 1.840 cc (la versione di serie montava motori di 1,3 e poi di 1,5 litri). La vettura, dal peso di soli 750 kg, era caratterizzata da un’aerodinamica sofisticata, con prese d’aria sul cofano anteriore, un “periscopio” sopra il motore centrale, fari anteriori rettangolari fissi, fanaleria supplementare circolare e cerchi in lega Cromodora.

Leggera e particolarmente brillante, la X1/9 prototipo impressionò i piloti che la guidarono e che la giudicarono più facile da condurre rispetto alla Lancia Stratos che stava imponendosi nei rallies a livello mondiale. Le premesse erano incoraggianti, anche per le vittorie assolute conquistate nei rally delle Alpi Orientali, del 100.000 Trabucchi e della Coppa Liburna. Quanto però Bertone fu pronto a realizzare le parti relative ai 400 esemplari necessari per omologare l’auto in Gruppo 4 (era già stato realizzato anche un prototipo marciante della X1/9 Abarth “stradale”) la Fiat decise lo stop del progetto per fare posto alla X1/20, che poi sarebbe diventata la Lancia Beta Montecarlo (poi Rally 037 nella versione “racing”) e alla futura Fiat 131 Abarth Rally. Quanto a quell’unico esemplare esistente di Fiat X1/9 Abarth stradale è finito in mano a un appassionato australiano che la tiene come una reliquia, testimonianza di un progetto interessante, ma dal destino infelice.

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