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Audi con Sauber in Formula 1

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Hanno già condiviso progetti e sviluppi.

Audi ha appena annunciato il suo arrivo in F.1 (nel 2026) come fornitore di un nuovo gruppo propulsore e già circolano le prime indiscrezioni sul nome della  possibile squadra destinato ad accoglierlo. Il collega Paolo Ciccarone scrive su RMC Motori: “Si può dire che quello che Stefano Domenicali non è riuscito a fare da presidente del gruppo tedesco, gli è riuscito da presidente di Liberty Media. Insomma, buona parte di questo arrivo nel circo iridato porta proprio la firma di Domenicali che aggiunge al mondo F.1 un marchio importante di un gruppo leader a livello mondiale. Con che team lo faranno, ormai pare chiaro che sarà Sauber, con cui avevano in passato condiviso progetti e sviluppi, vedi galleria del vento a Hinwill”.

Ciccarone poi ricorda che non a caso “l’Alfa Romeo ha confermato di concludere l’avventura con la Sauber a fine 2023, quasi dando un anticipo di lavoro ad Audi che dovrà integrarsi con un progetto di lavoro completamente diverso rispetto alle categorie precedenti, vedi Le Mans e Formula E oltre che turismo e GT. Un salto nel buio? In parte, perché il problema motori è stato risolto con un regolamento fatto ad hoc che semplifica la vita ai nuovi venuti, al contrario dei problemi incontrati da Honda in passato”.

Dal punto di vista gestione del team, è chiaro che il personale Audi dovrà prendere il timone della squadra. In altre parole, la struttura attuale, composta da Fred Vasseur e Alunni Bravi potrebbe anche non far parte del futuro del team, così come la proprietà firmata Rausing che dopo aver ceduto quote e incamerato quattrini si farà da parte. “Il problema maggiore – aggiunge Ciccarone – sarà uno solo: un gruppo come Audi ha una mentalità industriale che in F.1 non si sposa affatto, vedi i precedenti di BMW e la stessa Porsche in passato. Ovvero, o dividono i compiti fra industria e racing, o il rischio di una commistione che non ha mai funzionato è dietro l’angolo”.

Ma perché Audi ha deciso di entrare in F.1? Il futuro dell’auto è quantomeno oscuro, fra elettrificazione obbligatoria in Europa e un mercato restio a una imposizione dell’auto elettrica, la mancanza di strutture e il settore che diventerà sempre più selettivo. E per farsi conoscere, avere una platea mondiale, specialmente nei nuovi mercati orientali, niente di meglio della F.1 per diffondere il marchio e i prodotti Audi.

Ecco perché dopo i successi nei prototipi a Le Mans, con i primi motori Diesel da corsa capaci di vincere una gara che dura 24 ore, con l’arrivo in Formula E e la dimostrazione di saper fare altro in ottica futura, adesso arriva anche la F.1. Con regole semplificate, è vero, ma pur sempre una vetrina unica in cui un costruttore come Audi può fare la differenza. Resta però il problema interno chiamato Porsche, un altro marchio del gruppo, che con Red Bull ha già un accordo. Una guerra interna con prodotti diversi, è vero, ma sempre in sinergia. La guerra interna del gruppo porterà benefici o sarà deleteria? Lo vedremo in pista a partire dal 2026, intanto negli uffici tecnici in Germania la guerra è già iniziata…

 

 

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