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Audi celebra gli anniversari 2022

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Audi Tradition – divisione heritage del marchio – festeggia 28 ricorrenze storiche nel corso del prossimo anno.

Nel 2022 ricorre una serie di anniversari che testimonianza di alcune pietre miliari della storia del marchio Audi. Dai 50 anni dalla presentazione di Audi 80, antenata di un’icona del marchio quale Audi A4, ai 90 anni del logo dei Quattro Anelli, evocativo della fusione delle aziende Audi, DKW, Horch e Wanderer, passando per il debutto nel 1977 del motore a 5 cilindri, da oltre quarant’anni espressione del DNA Audi, e lo straordinario record di Audi Sport quattro S1 alla Pikes Peak del 1987.

Doveva essere “moderna, ma non alla moda”; una familiare con i piedi per terra e un prezzo non troppo esclusivo. Nasceva così, nel 1972, Audi 80, identificata internamente con la sigla “B1”. Seguendo il processo costruttivo solitamente riservato alle vetture da competizione, Ludwig Kraus, responsabile Sviluppo dell’epoca, fece analizzare ai propri collaboratori ogni dettaglio dell’auto, così da ridurne radicalmente il peso. Audi 80 divenne un esempio di leggerezza, agilità ed efficienza nei consumi: una caratteristica, quest’ultima, che nel 1973, all’inizio della crisi petrolifera, rendeva la vettura ideale per il contesto storico. Una “ricetta” ulteriormente arricchita dal designer Hartmut Warkuss, che grazie ad Audi 80 contribuì a definire i nuovi stilemi degli anni Settanta.

Nel 1997, la Casa dei Quattro Anelli presentò la concept Audi Al, realizzata in collaborazione con lo specialista americano in leghe leggere Alcoa. Il prototipo anticipava una compatta con scocca portante in alluminio. Una soluzione che contribuì alla definizione dell’Audi Space Frame (ASF), elemento caratteristico dell’ammiraglia Audi A8, e cui attinse nel 1999 la celebre Audi A2, prima compatta al mondo in alluminio. La show car fu presentata nelle configurazioni a 4 ed a 2 porte, quest’ultima caratterizzata da una carrozzeria “en plein air” con capote in tessuto e lunotto in plexiglass.

Nel 992 la configurazione di carrozzeria Avant, introdotta a partire dalla seconda generazione di Audi 100, traeva la propria denominazione dal termine italiano “avanti”, indice della costante propensione del marchio al progresso e all’innovazione. La prima Avant di segmento D è stata Audi 80 Avant (B4) e antenata dell’attuale Audi A4 Avant, icona del marchio nonché – anche nel 2021 – familiare premium più amata dagli Italiani.

Pikes Peak, Colorado, Stati Uniti. Estate 1987. Walter Röhrl spinge al limite la propria Audi Sport quattro S1 (E2) lungo il tracciato sterrato della cronoscalata più celebre al mondo. Oltre i 3.000 metri d’altitudine l’aria diventa rarefatta. In molteplici punti, a lato strada si apre il baratro. Röhrl non se ne cura e spreme a fondo i 598 CV erogati dal 5 cilindri della vettura. Il risultato è uno straordinario tempo di 10’47”850. Mai nessuno si era spinto sotto gli 11 minuti. Nel tratto più veloce rilevato, Röhrl tocca i 196 km/h per poi commentare: «Abbiamo raggiunto l’apice di quanto possibile con un’auto da rally». Imprese come questa hanno reso il pluripremiato cinque cilindri Audi un motore iconico e hanno contribuito all’epopea di Audi Quattro.

Icona di stile, nel 1982, la terza generazione di Audi 100 (C3) definiva gli stilemi delle future vetture dei Quattro Anelli. Alla struttura leggera realizzata in ampia parte in alluminio si accompagnava il coefficiente di resistenza aerodinamica (CX) di 0,30, straordinario per l’epoca. Fu un successo commerciale, tanto che in Cina continuò a essere prodotta sino al 2002.

Audi Quattro esordì nelle competizioni all’inizio del 1981 in occasione dello Jänner Rallye in Austria. Da allora il sistema di trazione integrale progettato dalla Casa di Ingolstadt ha rivoluzionato il mondo dei rally e delle competizioni. Nel 1982, Audi ha conquistato il titolo costruttori nel Mondiale Rally, mentre nel 1983 il finlandese Hannu Mikkola ha scalato la classifica piloti. Al termine della stagione 1984, Audi ha fatto propri entrambi i titoli: lo svedese Stig Blomqvist si è laureato campione del mondo al volante della Sport Quattro a passo corto, seguita nel 1985 dalla Sport Quattro S1 da 476 CV. La trazione integrale Quattro è tuttora uno dei pilastri tecnici della gamma Audi. Forte di un’incessante evoluzione nel tempo, viene oggi declinata in sette configurazioni.

Con il primo motore benzina a 5 cilindri, dedicato ad Audi 100 (C2) nel 1976 e introdotto commercialmente nel 1977, la Casa dei Quattro Anelli alzò nettamente l’asticella della raffinatezza tecnica rispetto alla concorrenza. Il classico quadricilindrico appannaggio della precedente generazione della berlina viene dotato di un cilindro supplementare, così da aumentarne la cilindrata, portata a 2,1 litri, e la potenza, che toccava i 136 CV. Insieme alla trazione integrale Quattro e alla sovralimentazione turbo, il 5 cilindri ha trasformato l’immagine di Audi e ha decretato il successo del marchio nelle competizioni. Oggi la massima espressione tecnica del 5 cilindri Audi è costituita dal 2.5 TFSI da 400 CV della nuova Audi RS 3.

Nel 1929 le Case automobilistiche sassoni Audi, DKW, Horch e Wanderer si trovarono in difficoltà finanziarie a causa della Grande Depressione. Per rilanciarsi diedero vita a una fusione dalla quale nacque nel 1932 Auto Union AG, il cui logo, giunto sino ai giorni nostri, era composto da quattro anelli intrecciati chiamati a evocare le quattro “anime” che componevano l’azienda. Nacque così un colosso industriale che poté contare su un’offerta particolarmente ampia, in grado di spaziare dalle piccole motociclette DKW alle vetture di fascia media sino alle berline high-end di Horch.

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