60 anni di Citroen AMI 6 - image  on https://motori.net
You are here

60 anni di Citroen AMI 6

60 anni di Citroen AMI 6 - image CITROEN_AMI6_1961_GEORGES_GUYOT on https://motori.net

Il 24 Aprile 1961 Citroën presentava alla stampa AMI 6, prodotta nel nuovo stabilimento di Rennes, in Francia. Inizialmente lanciata come berlina, fu la versione Break ad avere più successo con 550.000 vetture vendute su un totale di un milione di AMI 6 prodotte fino al 1971.

“Questo modello non è in alcun modo destinato a sostituire la 2CV rispetto a cui è completamente diverso (…)” ripotava nel 1961 il comunicato stampa Citroën. Tuttavia questa “grande piccola vettura” con il suo ingombro ridotto e una grande abitabilità avrebbe avuto successo, al di là della sua esclusiva silhouette, con più di un milione di unità prodotte, oltre la metà delle quali nella versione Break (giardinetta), presentata nel 1964.

Dopo aver disegnato, con l’equipe del Centro Stile Citroën, la Traction Avant, la 2CV e la DS, Flaminio Bertoni si vide affidare la creazione delle linee di una vettura di fascia media denominata Progetto AM. Il risultato fu AMI 6, il suo capolavoro, come avrebbe poi confidato al suo “entourage”. Per la prima volta il designer potè esprimersi pienamente e da solo senza che nessun altro imponesse lo stile di questa vettura. Su AMI 6 osò proporre un lunotto invertito che rimaneva pulito quando pioveva, permetteva di mantenere una buona capacità del bagagliaio posteriore con apertura tradizionale e nel contempo di offrire sedili posteriori spaziosi. Il tutto con dimensioni ridotte. Il motore bicilindrico di 602 cc era derivato da quello della 2CV. Con un frontale dalle linee elaborate e grandi fari rettangolari (una novità per quell’epoca), un cofano con una parte centrale concava, il tetto a pagoda e fiancate sottolineate da linee sagomate, Citroen AMI 6 aveva una forte personalità, uno “stile barocco”, come dicevano alcuni osservatori! La vettura non era solo sorprendente dal punto di vista estetico, ma anche innovativa in termini di marketing, presentandosi sui materiali pubblicitari come “la deuxième voiture idéale pour Madame” (‘la seconda auto di famiglia, ideale per le signore’). Gli interni si ispiravano direttamente a quelli della DS, un vero punto di riferimento. Il volante monorazza, le maniglie delle porte, i comandi e perfino i sedili, tutto ricordava il modello alto di gamma di Citroën.

Quanto al comportamento su strada, tutti lodarono la tenuta di strada e la versatilità della berlina, che ereditava le famose sospensioni della 2CV. Fin dall’inizio, in linea con lo spirito Citroën, AMI 6 era una vettura originale e innovativa. I suoi fan erano particolarmente interessati alle versioni Club con quattro fari e la modanatura sulla fiancata in gomma bianca, commercializzate a partire da Settembre 1967. Lo slogan pubblicitario di AMI 6 rimase emblematico: “il rapporto chilometri-comfort meno caro del mondo”.

La svolta essenziale avvenne alla fine del 1964 con l’arrivo di una piccola autovettura giardinetta (320 kg di carico utile) progettata da Henri Dargent (assistente di Flaminio Bertoni) e Robert Opron (successore di Bertoni). Una station wagon che aumentò le vendite e soppiantò la berlina. Questo era un caso rarissimo nella storia dell’automobile. Più convenzionale, la sua linea offriva anche un grande volume di carico per un’autovettura di questa categoria e un accesso facile e pratico. Versatile, permetteva a una famiglia di viaggiare con un comfort apprezzabile, ma consentiva anche un uso professionale per un agente di commercio o per un artigiano.

Nel 1966 Citroen AMI 6 divenne l’auto preferita dai francesi. La produzione della berlina terminò nel Marzo 1969, in favore della nuova AMI 8, meno atipica e con il lunotto posteriore nella direzione “giusta”. Nel 1978 quest’ultima avrebbe lasciato il posto alla Visa.

Related posts

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.