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Mutamento genetico dell’automotive

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Da produttori di icone di stile e libertà a fornitori di servizi per la mobilità.

Quelli che oggi potremmo chiamare costruttori tradizionali, sanno bene che nell’automotive è in corso un cambiamento epocale. Lo  scenario tecnologico si evolve con sempre maggiore accelerazione. Semplificando molto, potremmo dire che c’è l’esigenza di passare velocemente da un approccio hardware ad uno software.

Negli Anni ‘70 i coniugi Toffler nel loro libro “Lo shock del futuro” anticiparono che il ritmo del cambiamento sarebbe diventato tanto importante quanto il suo contenuto. E in effetti oggi i due aspetti sono di fatto inscindibili. La telefonia mobile, ad esempio, può farci sentire invincibili e tuttavia renderci vulnerabili a nuove patologie come la nomofobia (la paura incontrollata di non avere a portata di mano il proprio cellulare e di rimanere dunque sconnessi dalla rete). Il 58% degli appartenenti alla generazione Y rinuncerebbe al proprio senso dell’olfatto piuttosto che al cellulare: ormai questo dispositivo non rappresenta soltanto la nostra linea di comunicazione con il mondo, ma ci organizza la vita.

L’ultimo dato in ordine cronologico che ci segnala che la mutazione genetica dell’automotive sta correndo molto veloce lo si trova leggendo in filigrana alcuni dati della finanza. Nello specifico, giapponese.  Il riferimento diretto è a Toyota, che sale al 12,7% nel capitale KDDI, numero due della connettività mobile del Sol Levante, con un investimento di 500 milioni di Dollari.

Non si tratta di una operazione finanziaria speculativa ma di un rafforzamento di una partnership industriale partita nel 2002 ed ora rafforzata per accelerare la ricerca e sviluppo di piattaforme che consentano comunicazioni ottimali tra città, case, persone e automobili man mano che le tecnologie di comunicazione si evolvono, inclusi 5G e 6G. La Casa giapponese delle ellissi, che ha come orizzonte di riferimento la città di domani: la Woven City, sembra non aver dubbi sul suo ruolo di “ex-costruttore tradizionale”. Sarà quello di fornitore di servizi integrati per la mobilità. Anticipatrice di un nuovo paradigma tecnologico? Molto probabile.

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