Mille idee nella scatola da biscotti - image  on https://motori.net
You are here

Mille idee nella scatola da biscotti

Mille idee nella scatola da biscotti - image Moss-GP-Monaco-1960 on https://motori.net

Al Gran Premio di Monaco del 1960 il primo applauso iridato per la Lotus.

Esattamente 60 anni fa, il 29 Maggio 1960, a Montecarlo, Stirling Moss approfittava a mani basse della superiore maneggevolezza della Lotus 18 del Team Rob Walker e conquistava la prima delle 80 vittorie  Lotus in gran premi di Formula 1.

La vittoria arrivò quasi a sorpresa. Le linee semplici e le fiancate diritte che allora facevano sembrare a molti la Lotus 18 una specie di scatola da biscotti, nascondevano in realtà mille idee innovative, forse apparentemente insignificanti, ma in realtà fondamentali per futuri progetti. E’ questo il caso, ad esempio, della sospensione posteriore con il triangolo inferiore e il portamozzo a ridottissima altezza da terra che all’epoca fecero gridare allo scandalo: se si fosse forato un pneumatico, facevano notare i critici, la sospensione era destinata inevitabilmente a strisciare sull’asfalto mettendo a repentaglio l’incolumità del pilota. Le riviste specializzate pubblicarono una fotografia ravvicinata della sospensione posteriore della Lotus 18, ponendo una sigaretta sotto il braccio per evidenziare che la distanza dall’asfalto era tutta lì. Nasceva così l’immagine di un Chapman costruttore geniale quanto poco sensibile ai problemi della sicurezza destinata ad accompagnare il costruttore inglese per tutta la sua vita.

Ma la Lotus 18 non era solo questo. Tanto per cominciare la prima Lotus a motore posteriore, nata per la Formula Junior e per il piccolo 4 cilindri Ford 105E di 997 cc da 75 CV, si rivelò ben presto in grado di accogliere i più potenti bialbero Coventry-Climax FPF di 1.475 cc da 146 CV e di 2.495 cc da 240 CV che erano ormai lo standard dei costruttori inglesi nelle gare di Formula 2 e di Formula 1. La maggiore potenza installata avrebbe messo in crisi il telaio di qualsiasi automobile. Non quello della Lotus 18. Montati su una monoposto che pesava solo 440 kg, i motori Coventry-Climax facevano dimenticare la minore potenza di cui disponevano rispetto alla concorrenza e soprattutto facevano volare la piccola monoposto inglese.

La festa iniziata, come detto, il 29 Maggio finì il 20 Novembre sul circuito californiano di Riverside, quando il campione inglese si aggiudicò l’ultimo gran premio della F1-2.500 cc e concluse il Mondiale al terzo posto. C’era davvero qualcosa di nuovo in F1!

A rimettere tutto in gioco ci pensò il nuovo regolamento tecnico, che dal 1961 prevedeva motori di 1,5 litri di cilindrata massima: in pratica, quelli fino a quel momento utilizzati in F2. Restava tuttavia aperto (eccome!) il gap di potenza con la concorrenza: i V6 Ferrari avevno 40 CV in più. Sulle stradine di Montecarlo però la potenza non serviva, quello che contava era l’agilità della monoposto e nel 1961 la Lotus 18 fece ancora il suo dovere fino in fondo consentendo a  Moss di bissare il successo dell’anno precedente.

Una nuova vittoria arrivò ai primi di Agosto, in occasione del Gran Premio di Germania, dove la Lotus 18 del Team Rob Walker con cui correva Moss ricevette la carrozzeria decisamente più aerodinamica della Lotus 21, qualche modifica alle sospensioni posteriori e i nuovi pneumatici racing Dunlop D12.

All’inizio degli Anni ’60 le vittorie della Lotus 18 non si contavano. Vinceva gare di F1 non valide per il mondiale sui circuiti Goodwood, Pau, Silverstone e Snetterton e gare di Formula 2 e di Formula Junior in tutta Europa. Con i piloti del Team Lotus e con i sempre più numerosi clienti sportivi. La type 18 entrò nella storia, dalla porta principale.

Sul libro “Leggera come una Lotus” trovate tutta la storia della Casa inglese

 

Related posts

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.