Formula Junior – Made in Italy - image  on https://motori.net
You are here

Formula Junior – Made in Italy

Formula Junior – Made in Italy - image Formula-Junior on https://motori.net

Ci sono libri, pochi per la verità, tipo il Busi per l’Alfa Romeo o La Sport e i suoi artigiani, destinati a rappresentare la “summa”, o come si dice a fare materia per l’argomento specifico, tanto è dettagliata l’analisi dell’autore. Uno di questi è Formula Junior-Made in Italy che si deve all’appassionato e certosino lavoro di ricerca e ricostruzione di Alessandro Silva.

L’autore ripercorre la realizzazione dell’idea semplice, ma geniale di Giovannino Lurani maturata in un momento critico dell’automobilismo italiano, dopo la scomparsa dei suoi migliori piloti, Ascari, Castellotti e Musso. Eppure con la vivacità dell’industria italiana di allora si arrivò a realizzare una monoposto che utilizzando blocchi di serie per motore, cambio e altri componenti riusciva a mettere a disposizione una macchina vera, a un prezzo contenuto, inferiore a quello delle Sport che per un decennio hanno rappresentato la categoria più ambita dalla tipologia della grande maggioranza dei “corridori” Anni Quaranta e Cinquanta, capace di far crescere i nuovi talenti.

Così è stato e così narra Silva nella prima parte del libro. Lurani e con lui Marcello Giambertone, regista del successo in pista, hanno avuto ragione. La Formula Junior è stata la “primavera” dell’automobilismo italiano. Lorenzo Bandini e Giancarlo Baghetti, i piloti tricolori con il maggior numero di presenze nel Campionato Mondiale F1-1.500, e con loro Antonio Maglione e “Geki” Russo che avrebbero meritato un chance importante, sono altrettanti “regali” della Formula Junior, che ha presto sfondato anche a livello internazionale, in tutt’Europa e negli USA.

Il boom della Formula Junior sarà poi il suo limite. Arrivano i costruttori inglesi, come Lola, Cooper, Lotus ecc con il loro metodo di lavoro e le più approfondite conoscenze su aerodinamica, leghe ecc, ma soprattutto possono contare sui motori BMC e Ford, ben liete del coinvolgimento, al contrario di casa nostra. Così, in Italia, Stanguellini, Dagarda, Osca, Taraschi reggono per un po’, poi sono costrette a ridimensionare i loro target. Tengono botta fino allo scadere della formula nel 1963, De Sanctis e Wainer i quali mettono in campo vetture all’altezza della concorrenza, con motori Ford, e nel caso del Sor Gino anche Lancia, molto ben guidate da “Geki” Russo, Corrado Manfredini, Massimo Natili e Sergio Bettoja.

L’universo dei costruttori “made in Italy” abbraccia diverse decine di costruttori oltre ai già citati, a partire da De Tomaso, Foglietti, Volpini, che trovano posto nelle dettagliate schede del libro di Alessandro Silva.

Related posts

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.