Oltre 9.000 i controlli effettuati in 7 regioni (Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Lazio e Liguria) tra metà maggio e metà giugno, elaborati su modello del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Torino evidenziano un drastico aumento delle automobili che circolano sulle nostre strade con pneumatici lisci e non-conformi. Per non parlare dei veicoli non revisionati.
L’undicesima edizione della campagna Vacanze Sicure, frutto della storica collaborazione tra il Ministero dell’Interno, il Servizio Polizia Stradale e le associazioni dei produttori e dei rivenditori di pneumatici, registra quest’anno un trend fortemente negativo su tutti gli aspetti controllati. Il risultato è un abbassamento drastico dei parametri di sicurezza delle gomme degli italiani.
Le regioni coinvolte rappresentano circa il 27% del parco circolante nazionale e le principali direttrici del traffico nord-sud costiero, sia tirrenico sia adriatico. I dati raccolti ed analizzati sono allarmanti perché dicono che la percentuale di vetture che circolano con gomme lisce è passata dal 3,03% dello scorso anno al 5,63% di quest’anno con addirittura numeri a 2 cifre in Campania ed in Molise (10,14%). Con gomme lisce ed asfalto bagnato, la frenata si allunga fino al doppio del normale ed è una tra le prime cause di tamponamento.
Il numero di pneumatici danneggiati visibilmente sui fianchi si attesta invece al 3,83%. Questo dato è altrettanto preoccupante perché il pneumatico visibilmente danneggiato, associato al sottogonfiaggio, può portare al cedimento strutturale, comunemente indicato come scoppio del pneumatico, proprio quando le temperature sono elevate come in questi giorni e generalmente in estate. Il rischio è alto soprattutto se si considera che oltre il 50% degli automobilisti viaggia con gomme sottogonfiate. Assogomma e Federpneus ricordano che soprattutto in vista dei lunghi viaggi e degli esodi estivi con auto sovraccariche e alte temperature, è fondamentale ripristinare la corretta pressione presso uno degli oltre 5.000 gommisti sul territorio che offrono gratuitamente questo servizio. È utile ricordare di controllare anche lo stato e la pressione della ruota di scorta oltre che le gomme di roulotte, camper e carrelli appendice.
La non-omologazione si attesta al 2,32%. Da sottolineare in questo caso il fenomeno della Liguria al 5,01%, più del doppio della media, con una punta sopra il 10% di Genova, che già nelle indagini degli anni passati presentava numeri molto più alti di quella nazionale. Grazie ai numeri raccolti dall’iniziativa Vacanze Sicure ci fu un approfondimento di indagini che portarono anche al sequestro di pneumatici non omologati in arrivo ai porti liguri.
Anche la non omogeneità per asse è cresciuta (3,41%), mentre la non-conformità alla carta di circolazione è al 2,85% con punte del 4%, ad esempio, in Friuli Venezia Giulia. A rendere chiaro l’aumento esponenziale del fenomeno, basti ricordare che nel 2013 la percentuale era dello 0,85%. Non-omogeneità e non-omologazione dimostrano come l’automobilista adotti soluzioni di ripiego per motivi sicuramente economici, senza però considerare l’aumento del rischio per la sicurezza stradale. Per legge i pneumatici dello stesso asse devono essere identici, la ratio di questa disposizione è tecnica ed è dettata da considerazioni di sicurezza stradale.
In forte aumento anche il numero di vetture controllate che montavano ancora gomme invernali in mesi estivi (17,18% con picchi vicini al 30% nelle Marche ed in Basilicata). Con temperature elevate, il pneumatico estivo riduce lo spazio di frenata su asfalto asciutto fino al 25% rispetto all’invernale, mentre su asfalto bagnato, la differenza è circa del 18% sempre a favore dell’estivo. Importante sottolineare che dei pneumatici invernali montati, i due terzi sono marcati col pittogramma alpino per condizioni invernali severe. Inoltre il 5% dei pneumatici invernali montati non era conforme a quanto riportato in carta di circolazione.
Quest’anno 309 vetture sulle oltre 9.000 controllate (3,41%) presentavano un equipaggiamento non-omogeneo. Il che vuol dire che avevano sullo stesso asse gomme diverse per marca e/o modello/misura, oppure montavano due invernali e due estivi. Questo equipaggiamento misto estivi/invernali non è vietato dal Codice della Strada, ma sconsigliato dalla direttiva del Ministero dei Trasporti del 30 gennaio 2013.
Il parco circolante italiano è molto vecchio e continua ad invecchiare con i suoi 11 anni ed un mese e più del 50% delle automobili in circolazione ha più di 10 anni. L’indagine ha dimostrato ancora una volta che più una macchina è vecchia e maggiori sono le sue non conformità relative ai pneumatici. L’età media delle automobili controllate dalla Polizia Stradale è risultata essere ben al di sotto della media nazionale, cioè 7 anni e 10 mesi. Quindi la situazione reale è probabilmente ben più grave rispetto a quanto già appare da questa indagine.
Inoltre, in una situazione come quella italiana, è da guardare con grande preoccupazione la mancanza di revisione, indice inequivocabile di mancata manutenzione, che anche quest’anno cresce (7,09% contro il 5,68% dell’anno precedente). Un punto percentuale, traguardato sui numeri del parco circolante italiano, equivale a 370.000 veicoli, quindi il 15% di vetture con non conformità relative ai pneumatici si traduce in oltre 5 milioni di autoveicoli non conformi per le sole gomme. Se poi si aggiunge anche la mancanza di revisione i veicoli non conformi sarebbero oltre 7,5 milioni.
«Nonostante i dati ACI ISTAT indichino lievi cali previsionali nell’incidentalità stradale (-1.62%)» dice Fabio Bertolotti direttore di Assogomma «siamo convinti che il trend virtuoso si stia invertendo ed i risultati di questa indagine non possono che confermarlo, come anche altre autorevoli fonti, quali ad esempio le assicurazioni, affermano. Se poi sono corrette le stime di un calo del 18% delle percorrenze, ne deriva che purtroppo gli incidenti stradali, sia mortali sia con feriti, non sono affatto in calo, ma bensì in aumento. Bisogna correre ai ripari e, vista la crisi, permettere agli automobilisti di mettere in deduzione le spese di manutenzione e di acquisto di prodotti che favoriscano la sicurezza stradale, come i pneumatici, così come si fa già da tempo per le ristrutturazioni».
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