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Cambia lo schema di gioco

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L’elettrificazione dell’auto ha introdotto un nuovo linguaggio e piaccia o meno con questo dovremo familiarizzare.

I veicoli elettrici a batterie (BEV) utilizzano le batterie per alimentare il motore che li fa muovere e l’energia immagazzinata nelle batterie determina le caratteristiche di base dell’autoveicolo. Oggi i nostri più usuali riferimenti di valutazione con veicoli dotati di motori a combustione interna sono i centimetri cubi per la cilindrata, i kilowatt e ancora anche i cavalli per la potenza e i chilometri percorsi con un litro di carburante. Della capacità del serbatoio non ci si interessa più di tanto, dato che le pompe di benzina non mancano, il tempo necessario per fare rifornimento è poco e quindi il rischio di non arrivare a destinazione è molto remoto.

Con l’elettrico invece non è così. I punti di ricarica non sono ancora molto diffusi, i tempi di ricarica ancora piuttosto lunghi e il timore di non farcela ad arrivare sul posto è un cruccio ancora forte. L’elettrificazione dell’auto ha infatti cambiato lo schema di gioco e introdotto una nuova grammatica con la quale, piaccia o no, è bene cominciare a familiarizzare. Per farlo qui usiamo una buona dose di semplificazioni. E non ce ne vogliano gli addetti ai lavori.

Dato che è la carica della batteria che determina i parametri base del veicolo elettrico, partiamo dal considerare la potenza, che si misura in Watt (W) e che otteniamo dal prodotto della tensione, nota anche come differenza di potenziale, che si misura in Volt (V) con l’intensità della corrente che si misura in Ampere (A). La formula W=V A in pratica vuol dire che, per aumentare la carica di un veicolo elettrico o la sua velocità di ricarica, è necessario aumentare la tensione (V) o l’amperaggio (A). Da qui è nata l’esigenza di passare da un convenzionale circuito a 12V, ad esempio ad uno a 24V ed in alcuni casi anche di più, fino a spingerci a piattaforme di centinaia di Volt.

Un veicolo elettrico moderno è difficile pensarlo senza alta tensione. Lo standard dei marchi trendsetter è ad esempio di piattaforme a 400 Volt.  Ora per capire il vantaggio della scelta di incrementare la tensione elettrica basta pensare che, se si aumenta la tensione da 400V a 800V, questo significa approssimativamente raddoppiare la potenza operativa o poter dimezzare le dimensioni della batteria, mantenendo invariate le prestazioni del veicolo.

Tutto molto semplice e già alla portata di tutti? Non proprio così.

Serve molto “know how” e tanta tecnologia per affrontare e gestire adeguatamente le problematiche connesse a questa scelta come ad esempio l’aumento delle temperature di esercizio, la gestione informatica, le connessioni e la schermatura dei cablaggi necessaria per evitare interferenze. In altre parole molta ricerca e sviluppo e una qualificata rete di costruttori di componentistica avanzata.

La prima azienda che ha scelto  di portare sul mercato una piattaforma a 800V è stata Porsche con il lancio della Taycan e, questa sembra delinearsi come la strada maestra, quanto meno, per l’elettrificazione dell’alto di gamma. Anche Lamborghini e Maserati si stanno infatti muovendo su questa lunghezza d’onda. L’elevata tensione di esercizio della batteria della Taycan consente inoltre di utilizzare veloci caricabatterie da 350 kW che in 10-15 minuti assicurano una ricarica all’80%, sufficiente a percorrere 200/250 chilometri. Kia sta preparando un veicolo elettrico molto potente basato sul concept imagine. E questo la dice lunga sul fatto che il passo per arrivare al grande mercato non sarà poi così lungo.

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