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A ciascuno il suo sedile

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In Formula 1 come nelle gare di durata per prepararsi ad una gara bisogna compiere un passo importante: modellare il sedile. Nicolas Lapierre, il pilota di maggior esperienza del team Alpine Elf Matmut impegnato nel WEC, ha modellato il suo sedile nella sede di Signatech, a Bourges in Francia. Artefice dei recenti titoli mondiali vinti da Alpine, il pilota ci parla di questa fase determinante.

Modellare il sedile: un lusso? Assolutamente no! Anzi, una fase indispensabile per prepararsi ad una gara, che si tratti di Formula 1 o di endurance. D’altronde, in quest’ultima disciplina, in cui le gare sono scandite dagli stint, cambiare pilota vuol dire cambiare anche sedile. Con le forti decelerazioni in frenata e con circa 4 g da incassare in curva, il sedile deve adattarsi al millimetro alle forme del pilota. Il sedile, ’unico elemento dell’auto realizzato completamente su misura, è pertanto un oggetto di grande importanza con cui i piloti hanno un rapporto particolarissimo. «Un prototipo di endurance è un po’ come un appartamento in co-locazione. Si cerca un compromesso che metta d’accordo tutti. Ma c’è un elemento progettato su misura per i singoli piloti: il sedile» dice Nicolas Lapierre, pilota del team Alpine Elf Matmut

Alpine prosegue la sua ascesa ai massimi vertici del motorsport affrontando quest’anno la sfida delle Hypercar. Gestita da Philippe Sinault, la scuderia Alpine Elf Matmut schiera l’Alpine A480 numero 36 nella massima categoria del Campionato Mondiale di Endurance (FIA WEC) e della 24 Ore di Le Mans. In pista, il bolide è affidato ai piloti Nicolas Lapierre, André Negrão e Matthieu Vaxiviere.

Colonna portante del trio per anzianità e curriculum è Nicolas Lapierre che spiega l’importanza di quel componente fondamentale che è il sedile, proprio mentre viene modellato presso la sede di Signatech, a Bourges in Francia.

Il sedile è innanzitutto un elemento di comfort indispensabile. Durante le gare di durata con i tempi di guida che a volte superano le tre ore, le vibrazioni, le buche e i dossi, il caldo, il rumore e la stanchezza derivante dalle condizioni estreme, il sedile permette di “sentire” la monoposto con tutto il corpo: «È importante avere un sedile modellato. Innanzitutto, per sentirsi a proprio agio e poi per avere una buona sensazione di ciò che l’auto sta per fare».

Il sedile modellato ottimizza l’efficacia della guida. Perfettamente adattato alla morfologia dei piloti, consente loro di dare il meglio di sé: «Il fatto stesso di stare comodi, di sentirsi ben saldi all’interno dell’auto, ci permette di compiere meno errori, essere concentrati, focalizzati esclusivamente sulla guida diventando un tutt’uno con il veicolo». E’ inoltre un elemento di sicurezza fondamentale. «In termini di sicurezza è importante stare comodi, ben protetti dalla cintura e non muoversi affatto nell’auto.»

Tutto chiaro, il sedile è un elemento essenziale nel motorsport. Ma come si fa a realizzarlo? Bardato con tuta, guanti, scarpe e casco, Nicolas Lapierre è pronto. Si infila nel prototipo, si accomoda sul sedile standard ricoperto da un sacchetto di plastica pieno di schiuma poliuretanica espansa e si mette in posizione di guida. La schiuma, ancora liquida, aderisce perfettamente al corpo. Dopo una quindicina di minuti, il poliuretano si indurisce e il pilota può uscire dal veicolo.

Dopo esser stato modellato, il sedile viene estratto dall’auto. A questo punto, i tecnici praticano alcuni tagli per renderlo quanto più leggero ed efficace possibile e ne levigano la superficie indurita per eliminare le asperità. Una volta modellato, tagliato e levigato, il sedile viene testato su pista per procedere ad eventuali adattamenti, togliendo o aggiungendo pochi millimetri di schiuma, prima di essere ricoperto di materiale ignifugo.  L’ultimo dettaglio è l’aggiunta della maniglia per consentire ai singoli piloti di portar via facilmente il sedile, quando cambia il pilota. Una volta finito, il sedile di Nicolas Lapierre peserà solo 1,3 kg!

Per Nicolas Lapierre, lungi dall’essere banale, «il momento in cui si modella il sedile è importante, è una fase fondamentale della preparazione della stagione». È anche un momento di convivialità con il team: «Prendiamo posto nel veicolo, adottiamo una posizione, ci assestiamo e lavoriamo tutti insieme per realizzare quel sedile che sarà la base di tutto l’equipaggio. È un momento di condivisione con i meccanici, gli ingegneri, i membri del team». E soprattutto, «è l’inizio di una grande avventura che speriamo ci porterà a nuove vittorie nel WEC e alla 24 Ore di Le Mans». Insomma, la storia continua…

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