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“’Gnazio” 50

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E’ un ricordo indelebile e terribile quello legato all’incidente del 10 Gennaio 1971 nel quale, durante la 1.000 Chilometri di Buenos Aires, perì Ignazio Giunti.

La follia di un pilota che senza nessuna possibilità si mette a spingere il suo prototipo in panne senza benzina nel bel mezzo della pista, finendo in traiettoria nella curva a destra, la Horquilla Parga, che immette sul rettilineo finale del Circuito Oscar Gálvez… L’arrivo delle due Ferrari, la 512M del veterano inglese Mike Parkes, che ha ripreso faticosamente dopo essersi rovinato le gambe nell’incidente a Spa quattro anni prima durante il Gran Premio del Belgio, e la 312P del pilota romano al comando della gara che sta tirando per guadagnare sulle Porsche già ferme per il primo rifornimento. Giunti è in fase di doppiaggio della 512 che essendo più alta gli copre parte della visuale. Solo allora Parkes scarta bruscamente sulla sinistra finendo sull’erba. Una manovra discutibile per un pilota esperto, che pure in una situazione disperata non tiene conto di chi gli sta dietro, ormai da un po’ visibile negli specchietti…E di fatti Giunti si trova quel “muro” davanti e non ha nessuna possibilità di evitarlo…

Segue il caos, La 312 P va a fuoco, ma Giunti è già spacciato. Arriva finalmente del personale di pista, che in precedenza si è era dimenticato di bloccare la follia di Beltoise. Il francese ha visto la sua Matra e la Ferrari scorrergli a qualche centimetro… Dai box si precipita anche Arturo Merzario, già pronto al cambio, in tuta e casco nella speranza di… (come è noto, Art cinque anni dopo al Nurburgring salverà Lauda dalle fiamme). Ma non c’è più nulla da fare. Dalla tribuna cade un fotografo, ed è la seconda vittima di quell’infausta giornata. E’ troppo anche per un’epoca in cui gli incidenti fanno cinicamente parte del gioco.

Chi era Ignazio Giunti? Sì il “Reuccio di Vallelunga”, ma tanto di più… Un pilota che s’era costruito passo dopo passo una carriera ricca di successi e di stima. All’inizio correva con qualunque macchina prestata dal preparatore o dagli amici. A partire da quella Giulietta blu con la quale si beccò la bandiera nera a Vallelunga per troppo entusiasmo, e poi la BMW 700 coupè, la Giulietta SZ ex Bulgari, con la quale correva anche nei rallies! La 500 di Gigetto Giraldi, l’Abarth 1000 ufficiale della Scuderia Bardhal, la De Sanctis F3 e finalmente la GTA!

Con quella magnifica belva camuffata da elegante GT è nata la “Meglio Gioventù” nella seconda metà degli anni sessanta: Andrea De Adamich, Enrico Pinto, Mario Casoni, Spartaco Dini, Nanni Galli e… Ignazio Giunti, che con il gemello Nanni costituì una coppia formidabile che sembrava destinata a rinnovare i grandi fasti dell’automobilismo italiano. Grazie alle imprese con le GTA e poi con le 33 “G&G” riuscirono ad arrivare vicino al traguardo. Ma Giunti sbarcato in Ferrari, dove ha dovuto farsi largo a suon di prestazioni, prima di arrivare a Buenos Aires, e “Nanni” fregato dall’avventura Tecno in F1, sono arrivati a un soffio dal riuscirci. Peccato, la “Meglio Gioventù” meritava di meglio.

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