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Ferrari, WEC: Bruni e Vilander rovinati da una penalità

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La vettura numero 71 di Davide Rigon e James Calado è stata coinvolta
in un incidente a metà gara mentre la 51 di “Gimmi” Bruni e Toni
Vilander ha pagato caro un problema al pit stop che si è tradotto in una
penalità pesantissima che ha fatto precipitare i campioni del mondo al
quarto posto della classifica. Non sono sufficienti a compensare la
delusione, ma testimoniano comunque della competitività della Ferrari e
dei suoi piloti, il secondo e il terzo posto raccolti nella classe
GTE-Am.

La gara. L’avvio ha messo in luce la velocità delle
Aston Martin. Le vetture numero 99 e 97 hanno iniziato a dettare il
ritmo ma Bruni, al volante della Ferrari 458 Italia di AF Corse, teneva
bene il passo: nel misto era più veloce ma non riusciva ad attaccare sul
rettilineo a causa della velocità di punta delle auto britanniche. La
stessa sorte, poco dietro, toccava a Rigon, condannato in quinta
posizione a studiare il retrotreno dell’Aston Martin 95. La gara per la
prima metà si dipanava in modo regolare, con l’unica variante che era
costituita dalla vettura 97 che spaiava la strategia fermandosi prima
degli altri.

L’incidente. A scompigliare i piani di una metà del
garage AF Corse ci pensava un incidente. A 3 ore e 11 minuti dal
termine, Rigon, che aveva ricevuto la vettura dal compagno Calado,
autore di un ottimo stint, si ritrovava a doppiare una Porsche. Il
pilota italiano tentava l’attacco alla curva Bus Stop ma il doppiato
chiudeva la porta finendo in testacoda e facendo girare a sua volta
Davide. Poco dopo sul luogo dell’incidente arrivava pure Bruni che era
costretto a rallentare per evitare le auto ferme in pista. Rigon
ripartiva, costringeva un prototipo fuori pista (e per questo prendeva
uno stop&go di 5 secondi) e rientrava al box per cambiare gomme. Ma
la gara era compromessa e arrivava solo un settimo posto.

Il finale. Le ultime due ore erano esaltanti:
Vilander era autore di uno stint solido che gli permetteva di mantenere
invariato il distacco dalle due vetture di testa. Poi saliva in cattedra
Bruni che iniziava a girare ad un ritmo impressionante che gli
consentiva sopravanzare la vettura numero 97 di Turner-Mucke-Bell e di
arrivare in scia alla 99 di MacDowall-Stanaway-Rees. Prima della sosta
della vettura inglese Bruni riusciva a sorpassare in pista MacDowell con
una manovra tanto elegante quanto decisa, ma quando arrivava il suo
turno per la sosta finiva per perdere la posizione. In realtà ai box
perdeva molto di più: una delle gomme sfuggiva infatti al controllo dei
meccanici e secondo i commissari questo costituiva un’irregolarità sul
piano della sicurezza. Bruni rientrava a 11” dalla vettura 99, ora
affidata a Fernando Rees, ma poco dopo l’episodio del box finiva sotto
investigazione. La Ferrari 51 rimontava su Rees fino ad arrivargli in
scia ma proprio in quel momento arrivava la comunicazione della
penalità, pesantissima: un minuto di stop&go. Bruni passava l’Aston
Martin ma doveva fermarsi subito per scontare la penalità transitando
sul traguardo quarto dopo Rees e le due Porsche di Lietz-Makowiecki e
Muller-Estre.

GTE-Am. Nella classe GTE-Am le tre Ferrari in pista
si sono fatte decisamente onore. La corsa è stata vinta dall’Aston
Martin 98 di Dalla Lana-Lamy-Lauda, già primi a Silverstone, ma proprio
come in Inghilterra gli altri due gradini del podio sono stati occupati
dalle Ferrari numero 83 di AF Corse, affidata a Rui Aguas, François
Perrodo ed Emmanuel Collard, e dalla numero 72 dell’SMP Racing di Andrea
Bertolini, Alexey Basov e Viktor Shaytar. La terza Ferrari, la 55 di
Matt Griffin, Duncan Cameron e Alexander Mortimer, si è piazzata
settima.

Prossima gara la mitica 24 Ore di Le Mans, il 13 e 14 giugno.

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